L’unica Polizza con Auto inclusa-Noleggio a Lungo Termine

Vuoi guidare un’auto nuova senza acquistarla? Ora pensa che farlo è più semplice che immaginarlo. Con Overform Assicura Agenzia UnipolSai e Car Server hai l’esclusivo servizio di noleggio a lungo termine con tutto incluso: auto nuova, bollo, manutenzione, cambio gomme, soccorso stradale, assistenza h24, assicurazione (FRANCHIGIE ZERO). E mantieni la tua classe bonus/malus. Tutto in comode rate mensili anche senza anticipo.

Il Noleggio a Lungo Termine Innovativo è la prima e unica assicurazione con l’auto inclusa.

Per arricchire ulteriormente la gamma di proposte da offrire ai nostri Clienti, è nato il nuovo progetto N.L.T.I., seguendo l’ inversione di tendenza culturale che porta dal “possesso” all’”utilizzo” di beni materiali.

UnipolSai è l’unica Compagnia a proporre la possibilità di noleggio di auto a privati attraverso la propria rete agenziale, grazie al partner Car Server, tra i leader nel mercato italiano, e a garantire tutti i vantaggi di una polizza Auto individuale tradizionale.

Principali vantaggi:

Prima tra tutte le novità a beneficio del Cliente, la possibilità di mantenere la propria storia assicurativa, e quindi la propria classe di merito, anche assicurando un veicolo a Noleggio.

Grazie ad una polizza KM&Servizi molto ricca di garanzie e con una scontistica dedicata importante, l’offerta è ancora più unica.

Questa la nostra proposta assicurativa:

• RCA (franchigia ZERO)

• RCA Extra (franchigia ZERO)

• Incendio (franchigia ZERO)

• Furto (franchigia ZERO)

• Eventi sociopolitici e naturali (franchigia ZERO)

• Kasko (franchigia €500)

• Cristalli (franchigia ZERO)

• CVT Extra (franchigia ZERO)

• Tutela Legale (franchigia ZERO)

• Assistenza

• Unibox e Spese di recupero Unibox

E con la riparazione diretta, in caso di sinistro, per il Cliente non esisteranno  scoperti e franchigie, ad esclusione della garanzia  Kasko per la quale è stata introdotta una franchigia fissa di 500€.

Inoltre il Cliente potrà godere dei servizi  e dei vantaggi garantiti dai dispositivi Unibox e approfittare del finanziamento di Finitalia  a tasso zero per il pagamento del premio di polizza in comode rate mensili.

La nostra ricca offerta assicurativa è abbinata a contratti di noleggio, della durata dai 24, 36, 48 o 60 mesi, prestati grazie al partner Car Server, che offrono:

• Ampia scelta di veicoli in pronta consegna o  personalizzabili

• Ritiro e permuta dell’usato

• Anticipo da 0 a 30% del valore del veicolo selezionato

• Nessun onere amministrativo

• Manutenzione ordinaria e straordinaria sempre incluso

• Cambio gomme incluso

• Gomme termiche incluse

• Conguaglio kilometraggio annuo

Risk management assicurativo, tra Europa e Italia

Si riscontra una singolare sintonia tra Mervyn King, governatore della Banca d’Inghilterra nel decennio cruciale che va dal 2003 al 2013 (le cui recenti riflessioni sono state pubblicate anche nel nostro Paese), e i messaggi in materia di rischio e incertezza che l’ANRA, ossia l’associazione che dal 1972 raggruppa i Risk Manager e i Responsabili delle assicurazioni aziendali nostri connazionali, continua meritoriamente a diffondere nella cultura d’impresa nazionale.

Definiamone i termini: «il rischio riguarda eventi che si possono indicare con precisione, in base all’esperienza passata, sia la natura dell’esito futuro sia la probabilità che si verifichi», mentre «l’incertezza riguarda eventi di cui non è possibile indicare, e nemmeno immaginare, tutti i possibili esiti futuri, e a cui non è possibile associare una certa probabilità che si verifichi questo o quell’esito» (M. King, La fine dell’alchimia, il Saggiatore, Milano 2017 pag. 122).

Appurato che una delle funzioni chiave dell’economia di mercato è collegare il presente a un futuro carico di incertezze e rischi, risulta abbastanza singolare constatare quanto sia il pensiero economico che quello manageriale manifestino una profonda riluttanza a metabolizzare tale dato di fatto.

Concentrandoci sul target di ANRA, risultano in tutta chiarezza le differenze che corrono tra il dato europeo e quello italiano. A partire dagli aspetti strutturali degli attori economici in campo, che per il nostro Paese coinvolgono non tanto la quasi totalità di imprese di piccola dimensione tendente al micro, quanto la particolare sovrapposizione della proprietà familiare con la gestione aziendale. Al tempo stesso, la scarsa presenza a livello di organico di figure professionali qualificate da titoli universitari. Difatti il 90% delle Piccole Imprese e l’82% delle Medie Imprese non hanno al proprio interno un Risk Manager

Per quanto riguarda il panorama continentale, un convegno promosso dalla federazione europea FERMA, cui aderisce ANRA, aveva evidenziato che «le aziende sottolineano l’importanza del coinvolgimento diretto del CDA. Ed è chiaro che senza il supporto del CDA, il processo di Risk Management non può funzionare. La maggior parte delle aziende europee ha dichiarato di avere in atto processi di formazione e di aggiornamento per mantenere costantemente informati il board e gli alti dirigenti sull’esposizione al rischio dell’impresa: i rischi principali vengono regolarmente comunicati alla direzione nel 70% delle organizzazioni. È evidente che costruire un efficace processo di questo tipo richiede un canale informativo per i temi legati al rischio. Il 75% degli intervistati ha citato la funzione del rischio come un canale attraverso cui le informazioni, l’analisi e le indicazioni relative ai rischi raggiungono gli alti dirigenti».

A fronte di tale situazione, secondo l’Osservatorio Permanente sul Risk Management nelle PMI italiane di Risk Governance ‐ Politecnico di Milano, nel nostro Paese si rilevano numeri allarmanti: «il 47% delle aziende percepisce oggi il rischio esclusivamente come un fattore negativo da evitare, percentuale che sale al 68% nelle piccole imprese. Invece, va in ogni modo sottolineato come il rischio sia un evento reale, con cui confrontarsi in qualsiasi azione umana o imprenditoriale e, quindi, deve essere gestito come tale, considerando anche la componente di opportunità che è insita in esso».

Saverio Zavaglia

CEO

Overform Assicura

Proporre polizze realmente utili è un obbligo dell’assicuratore

 

Il dovere primario dell’assicuratore e dei suoi intermediari o promotori è quello di informare in modo chiaro ed esaustivo ogni loro cliente e di proporre polizze assicurative realmente utili per le sue esigenze. Questi obblighi scaturiscono dal Codice Civile (articoli 1175, 1337 e 1375), che è una legge generale che prevale sui regolamenti dell’autorità di vigilanza e la cui violazione costituisce una condotta negligente (articolo 1176, comma 2) e quindi sanzionabile.

Questo è quanto ha stabilito la Corte di Cassazione il 24 aprile 2015, a seguito della richiesta di risarcimento danni da parte di due assicurati che, alla scadenza di una polizza vita, hanno scoperto che il capitale maturato sarebbe stato nettamente inferiore ai premi versati.

La sentenza della Cassazione condanna la Compagnia a risarcire il danno causato dalla mancata informazione sui costi di polizza e sulla possibilità che il capitale maturato potesse essere inferiore a quello versato.

L’appello di secondo grado era stato vinto dalla Compagnia perché, secondo il giudice, l’esistenza dei costi era desumibile dalla nota informativa allegata al contratto e gli assicurati avevano periodicamente ricevuto gli estratti conto, dai quali potevano desumere l’andamento della polizza.

Chi si occupa di assicurazioni però sa bene che il cliente decide quasi sempre sulla base delle informazioni ricevute dall’assicuratore di fiducia e quasi mai va a leggere le condizioni di polizza, spesso difficili da comprendere per chi ha una scarsa conoscenza dei prodotti assicurativi.

Personalmente mi amareggia molto che ci sia voluta una sentenza della Corte di Cassazione per stabilire che l’assicuratore ha l’obbligo di informare in modo chiaro ed esaustivo ogni suo cliente e di proporre polizze assicurative realmente utili per le sue esigenze.

Mi amareggia perché un assicuratore è prima di tutto un consulente e compito di ogni buon consulente è comprendere le reali esigenze del proprio cliente e proporre soluzioni realmente utili a soddisfare quelle esigenze. Soluzioni che inevitabilmente comporteranno vantaggi ma anche svantaggi, che dovranno essere illustrati in modo chiaro ed esaustivo, affinché il cliente possa compiere una scelta consapevole e possa verificarne la validità nel tempo.

Se, nonostante le disposizioni del codice civile e i regolamenti dell’autorità di vigilanza, è stato necessario l’intervento della Corte di Cassazione per stabilire il dovere primario di un assicuratore, allora forse un esame di coscienza collettivo noi assicuratori lo dobbiamo fare un po’ tutti.

Parliamo spesso di fidelizzare il cliente e di quanto sia meno oneroso investire sulla fidelizzazione anziché sulla ricerca di nuovi clienti. Ma come possiamo pensare di fidelizzare la clientela se non abbiamo come primo obiettivo quello di trovare soluzioni realmente utili alle loro necessità? Se non sappiamo dare soluzioni ai loro problemi, se non sappiamo creare valore per le loro famiglie e per le loro aziende, se non diventiamo prima di tutto loro alleati?

È vero che alcune informazioni possono far desistere il cliente dallo stipulare una polizza, ma con quale diritto le omettiamo, sapendo che la scelta del cliente potrebbe essere diversa se le conoscesse?

Personalmente ho scelto di essere un alleato dei miei clienti e di metterli sempre nella condizione di avere tutte le informazioni necessarie per una corretta valutazione delle varie soluzioni proposte, affinché possano fare ogni volta una scelta consapevole.

articolo di Luisa Rosini

Tariffe RCA in aumento

Le tariffe cambiano sensibilmente anche a Milano, Roma, Torino, Bari, Firenze, Genova

Stesso assicurato, stessa automobile, stesso attestato di rischio, stessa città di residenza, ma tariffa RC notevolmente diversa; come mai? La ragione, spesso, si traduce in 3 lettere: Cap. in alcune grandi città italiane vivere in un quartiere piuttosto che in un altro può far aumentare anche del 36,4% l’importo del miglior premio disponibile. *

Simulando la richiesta di assicurazione di un profilo tipo (uomo, 42 anni, impiegato, coniugato, prima classe di merito da meno di un anno, che guida una station wagon 1.4, unica vettura del nucleo familiare), il sito ha evidenziato come risiedere in una zona o nell’altra della città, a volte anche solo da un lato o dall’altro della stessa strada, possa incidere sensibilmente su quanto si paga di assicurazione; se a Firenze la differenza di prezzo massima è tutto sommato contenuta (+2,15% fra chi risiede nell’area a migliore e quella a peggiore tariffazione), nelle altre città campione le diversità incidono sensibilmente sul premio.

Restano sotto la soglia psicologica della doppia cifra, magra consolazione, solo Genova (+8,25%) e, per meno di un soffio, Milano (+9,99%); la superano invece Roma (+10,73%), Torino (+11,90%), Bari (+18,60%) e, soprattutto, Napoli dove la migliore offerta disponibile per i Cap 80127, 80128 e 80129 è inferiore del 36,4% rispetto a quella disponibile per il Cap 80139.

È sempre così? No; alcune assicurazioni scelgono di mantenere in tutto il territorio urbano la medesima tariffa, è spesso maggiore rispetto alle migliori offerte di altre compagnie. Fanno eccezione, tra i capoluoghi presi in esame dal comparatore, Bologna, Venezia, Cagliari e Palermo dove, nonostante la differenza di Cap, la migliore offerta disponibile per gli automobilisti è identica.

Colpa Medica

La Cassazione, con sentenza n. 9806/2018, ha escluso la colpa del chirurgo per avere lasciato una cicatrice, a seguito dell ‘ intervento di rimozione di un tatuaggio, laddove sia dimostrato che il medico aveva avvisato il paziente sia in relazine alle modalità dell’intervento che in ordine agli esiti cicatriziali da esso derivanti. Nel caso in oggetto il paziente insoddisfatto dell’esito dell’intervento lamentava che il chirurgo non aveva informato circa gli effetti dello stesso.

In primo piano il medico veniva condannato al risarcimento non essendo stato provato che egli avesse adeguatamente informato il paziente. Poiché anche in secondo grado le sue istanze venivano rigettate, il medico decideva di ricorrere a Cassazione lamentando che la Corte d’Appello non avesse tenuto conto delle dichiarazioni confessorie del paziente durante l’interrogatorio formale e delle risultanze testimoniali documentali dalle quali emergevano scambi di informazioni medico-paziente sulle tecniche utilizzabili.

Secondo la Suprema Corte, dunque, il paziente in udienza aveva riconosciuto di essere stato edotto circa i rischi dell’intervento ricevendo spegazioni tecniche sui diversi tipi per valutare quello preferibile. La pronuncia di secondo grado ha effettivamente omesso di considerare il riferimento agli esiti cicatriziali , pertanto il ricorso del chirurgo va accolto.

Avv. Gian Carlo Soave.