Risk Management : Strategie per la continuità operativa aziendale in caso di isolamento.

Il nostro Paese si trova di fronte a una minaccia globale che colpisce prima di tutto la sicurezza delle nostre famiglie ma ovviamente anche le nostre imprese. Verosimilmente i focolai continueranno ad aumentare ma non dobbiamo creare eccessi di allarmismo. Il nostro sistema sanitario è tra i più competenti al mondo e confidiamo nei professionisti. 

Noi tuttavia dobbiamo rimanere saldi e comportarci seguendo le regole del buon capofamiglia anche in azienda. 

Di seguito alcune indicazioni che stiamo mettendo in atto nella nostra Azienda e che possono essere utili a molti di voi soprattutto nel campo dei servizi e in altri settori: 

– Dotare i nostri uffici di strumenti per la disinfezione delle mani (Amuchina, altri disinfettanti) 

– Chiedere a tutto il personale di annullare le trasferte aziendali in Italia e fuori Italia se non strettamente necessarie. 

– Promuovere l’uso di VIDEOCONFERENZE (https://business.techprincess.it/i-migliori-software-per-conferenze-audio-e-video/)

– Mettere a disposizione dentro la sede aziendale opuscoli che indichino precauzioni idonee a limitare il rischio di diffusione del virus (https://www.assolombarda.it/servizi/assolombarda-e-confindustria/documenti/coronavirus-dieci-comportamenti-da-seguire-opuscolo-del-ministero-della-salute); queste misure sono le stesse indicate dal ministero della Salute, ossia lavarsi frequentemente le mani, porre attenzione all’igiene delle superfici, evitare contatti con persone con sintomi influenzali e seguire le indicazioni del datore di lavoro.

– In tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, il datore valuterà i dipendenti con particolari condizioni di salute (come le lavoratrici in gravidanza) e potrebbe adottare misure specifiche lasciando che alcuni di loro lavorino da casa o in luoghi che li tengano separati dagli altri dipendenti.

Veniamo alle indicazioni OPERATIVE

– Censire il personale indicando nome e cognome e se dispongono in azienda di PC FISSO, PORTATILE, DISPOSITIVO MOBILE. 

– Chiedere al personale se dispone a casa di: 1) un PC che può essere utilizzato per collegarsi; 2) una connessione DSL o superiore

In questo modo si potrà scegliere tra: 

– Dotare tutti i dipendenti che occupano attività strategiche per l’azienda di DISPOSITIVO PORTATILE. 

– Acquistare con una bassa spesa un servizio professionale di collegamento al pc aziendale (DESKTOP REMOTO, TEAM VIEWER, VNC VIEWER ALTRO) nel caso in cui non abbiano un portatile ma abbiano un PC fisso a casa utilizzabile. 

– Configurare sul dispositivo portatile almeno: posta elettronica, 1 programma di Video Conference (Skype, Zoom, altro gratuito o professionale come Vydio Connect). Se l’azienda utilizza sistemi VOIP configurare l’interno aziendale su Apparato Portatile tramite applicazioni disponibili su web (http://www.nuovasocieta.it/i-migliori-software-per-sfruttare-il-voip-su-pc-e-smartphone/)

– Trasferire i file aziendali su un cloud (qualora non già in uso all’azienda) accessibile da ovunque (https://www.aranzulla.it/miglior-cloud-1012434.html)

– Indicare a tutto il personale di portare ogni sera a casa gli apparati. 

Nel caso il loro comune venga isolato nei collegamenti pubblici come accaduto ai comuni del milanese(https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/servizi-e-informazioni/cittadini/salute-e-prevenzione/Prevenzione-e-benessere/coronavirus-ordinanza-per-comuni-colpiti)  o vengano emanate ulteriori prescrizioni di emergenza sarà utile poterli avere comunque attivi da casa.

Con questi piccole indicazioni ed altre che potremmo costruire insieme con l’esperienza di ciascuno possiamo, sempre prevenendo allarmismi, costruire un sistema di sicurezza per mantenere sempre attive le nostre aziende e unito il personale. 

Fonte : European Brokers srl

Lusso e Coronavirus, cosa succede al mercato della moda considerato il più florido d’Italia.

Quanto incide l’epidemia di coronavirus sui beni di lusso?

 

Nel corso delle ultime settimane, è impossibile evitare di pensare al coronavirus e ci si sente inevitabilmente in dovere, per onestà intellettuale, di cercare informazioni quanto più corrette e veritiere si possano trovare.

Quando la popolazione di una nazione, ma più genericamente la popolazione mondiale, si trova ad affrontare un problema virologico come questo, sicuramente il primo pensiero va all’emergenza sanitaria, all’impatto sanitario globale e a quanto di pericoloso effettivamente ci possa essere in questa recente e potenzialmente minacciosa allerta.

La percezione istantanea che pervade ognuno di noi è la sensazione di precarietà, unità all’improvvisa incertezza e alla necessità di trovare spunti rassicuranti da chi questo virus lo sta studiando e ne sta cercando una cura.

Quando però le rassicurazioni si fanno attendere, è inevitabile non calcolare i danni che un’emergenza sanitaria di questo tipo può provocare, non solo a livello clinico.

 

Il coronavirus sotto la lente d’ingrandimento dell’economia: qual è il suo impatto nei confronti del commercio?

Senza entrare nel merito dell’ambito scientifico, in cui è doveroso lasciare esprimere gli studiosi del settore, possiamo affrontare il coronavirus da un punto di vista commerciale, delineandone l’impatto che la sua persistenza può generare sull’economia.

Estendendo infatti il nostro ragionamento alle ripercussioni generate da un’emergenza sanitaria di questo tipo sull’economia locale cinese e su quella globale – che più ci tocca da vicino -, possiamo senza dubbio affermare quanto la situazione sia degna di particolare attenzione, soprattutto se consideriamo il settore lusso.

 

Perché il circuito lusso?

Perché la popolazione cinese, nel corso degli ultimi venti anni, ha aumentato esponenzialmente la spesa riguardante questo settore, incrementandone del 90% la crescita a livello mondiale. La spesa del settore lusso è aumentata a livello locale, in Cina, e a livello mondiale, grazie a turisti “d’élite” che, viaggiando, possono concedersi acquisti di alto livello. 

I ricavi e i benefici che ne derivano per l’economia sono palesemente chiari e, altrettanto chiari, sono gli effetti negativi che l’emergenza sanitaria del coronavirus trascina con sé.

 

L’incremento della spesa annua cinese per i beni di lusso, tra retail e e-commerce.

L’incremento della spesa annua cinese dedicata ai beni di lusso coinvolge sia il commercio tradizionale sia l’e-commerce. In un circuito che va, quindi, dal retailall’online, la popolazione cinese si è distinta per incremento della spesa nel luxury, contribuendo ad aumentare i ricavi del settore a livello globale.

 

Se pensiamo all’e-commerce e lo ragioniamo esclusivamente come “acquisto da casa”, potremmo ritenere anche che il mercato cinese e globale siano salvinonostante il coronavirus, almeno in parte e, comunque, non del tutto e non in maniera così rassicurante. Grazie all’e-commerce, probabilmente, l’impatto del coronavirus sulla capacità di spesa dei cinesi potrebbe non essere così devastante o, quantomeno, non creare un gap così profondo difficile da essere colmato, ma se pensiamo al rallentamento dei trasporti e della logistica in generale, la situazione potrebbe non essere così rosea. 

C’è un ulteriore monito da sottolineare per evitare di convincerci che l’e-commerce salverà in toto il commercio di beni di lusso in Cina.

Nel settore lusso, infatti, è tornato “di moda” acquistare all’interno dei negozi, ritrovando un che di appagamento negli acquisti tradizionali e nel contatto con il personale qualificato del retail. Questo è dovuto alla diffusione dei negozi monomarca, dei mall e degli outlet che hanno contribuito notevolmente al ritorno dell’esperienza di acquisto tradizionale.

 

Lo stop ai viaggi negativo anche per il canale retail.

Ma se la popolazione cinese è dedita agli acquisti di beni di lusso frequentemente o, comunque, saltuariamente anche attraverso il canale retail, come la mettiamo con il recente stop ai viaggi da e per la Cina?

Questo è sicuramente un altro punto a sfavore per l’economia del lusso.

Sono infatti moltissimi e molto frequenti i tour organizzati che dall’Asia partono alla volta dell’Europa, per esempio, o di altri continenti.

Interi pullman di turisti cinesi sono soliti partire alla volta di continenti lontani per esplorare non solo territori, cultura ed enogastronomia, ma anche per fare shopping.

Quanti turisti asiatici hanno calcato le strade europee per cercare beni di lusso da acquistare agevolandosi con la taxfree?

Quanti cinesi approfittano dei tour per raggiungere mete quali mall, outlet con negozi monomarca principalmente di beni di lusso e fare incetta di capi di abbigliamento, accessori e valigeria dei più noti stilisti?

Se ragioniamo in questo senso, possiamo comprendere quanto sia particolarmente impattante la situazione sul settore e quanto ci sarà da recuperare una volta che l’emergenza sanitaria sarà cessata. Il blocco dei viaggi da e per la Cina diventa significativo anche per quanto riguarda i ricavi dei beni di lusso.

 

 

Questa situazione fa anche comprendere quanto le potenzialità dell’online e dell’e-commerce siano comunque relative affinché la situazione non generi un deciso abbassamento dei ricavi. Grazie, appunto, alle possibilità di acquistare beni di lusso tax free e al piacere di vivere un’esperienza di shopping gratificante all’interno di strutture organizzate e piacevoli, torna di moda l’acquisto retail, compresa quella sensazione di appagamento che ne deriva e che tanto è importante per tenere alta l’economia di questo settore.

L’attenzione globale è, più che giustamente, concentrata sulla salute pubblica, ma basti pensare al blocco dei viaggi da e per la Cina e all’impossibilità della popolazione cinese coinvolta di girare liberamente per le strade della propria città e per il mondo, che immediatamente il collegamento tra emergenza sanitaria e ripercussioni sul mercato diventa chiaro ed evidente.

L’economia “smette di girare” e il settore lusso, in cui la Cina è fortissima per spesa annua, ne subisce le conseguenze non solo a livello locale ma sicuramente anche a livello globale.

 

Rallentamento della crescita e ripresa: in quanto tempo?

È doveroso sottolineare quanto la situazione economica relativa al commercio dei beni di lusso possa subire repentinamente una decrescita a causa del coronavirus e, al contempo, possa subire un altrettanto repentina ripresa: anche per quanto riguarda il settore luxury, è fondamentale calibrare l’eventuale perdita sulla longevità dell’emergenza sanitaria. Una volta scampato il pericolo e visto il potere di acquisto della popolazione cinese, probabilmente la situazione economica dedicata ai beni di lusso tornerà ad essere in ripresa velocemente. 

Fonte: Overform Assicura

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