La responsabilità penale del datore di lavoro per contagio da Covid-19

Il “Decreto Cura Italia” considera il contagio da coronavirus in ambito di lavoro come un infortunio meritevole, in quanto tale, di ricevere la copertura assicurativa Inail. Il datore di lavoro, pertanto, è potenzialmente esposto alla responsabilità penale per i reati di lesioni ai sensi dell’art. 590 c.p. e omicidio colposo ai sensi dell’art. 589 c.p., aggravati dalla violazione delle norme antinfortunistiche, laddove non abbia adottato le misure necessarie a prevenire il rischio di contagio, cagionando così la malattia o morte del lavoratore. L’articolo commenta i profili penali legati alla posizione di garanzia del datore di lavoro e considera l’onere probatorio sul nesso di causalità tra il contagio e l’ambiente di lavoro, nonché l’elemento soggettivo della condotta.

L’articolo 42 comma 2 del Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020 (“Decreto Cura Italia”) ha previsto la copertura Inail per gli assicurati che contraggono un’infezione da coronavirus “in occasione di lavoro”. Un’espressione, quest’ultima, che lascia intendere un’applicabilità della tutela assicurativa anche ai contagi “in itinere” e finanche ai casi di lavoro a distanza. 

L’Inail, dal canto suo, ha precisato nella circolare n. 13 del 3 aprile 2020 che le malattie infettive e parassitarie sono pacificamente inquadrate nella categoria degli infortuni sul lavoro, a cui si debbono pertanto ricondurre anche i casi di infezione da coronavirus.

Il contagio da Covid-19 si qualifica così come un infortunio che, come tale, schiude un potenziale profilo di responsabilità penale per il datore di lavoro che non abbia adottato le misure necessarie a prevenirne il rischio.

Laddove si possa accertare che l’inosservanza delle misure antinfortunistiche sia stata causa di infezione-malattia del lavoratore, il datore di lavoro risponderà dei reati di lesioni personali gravi o gravissime ai sensi dell’art. 590 c.p. (salvo ipotesi di malattia lieve, guaribile in meno di 40 giorni, nel qual caso scatterebbe anche la procedibilità a querela), oppure di omicidio colposo ai sensi dell’art. 589 c.p. qualora al contagio sia seguita la morte.

L’imprenditore nonché datore di lavoro, infatti, è titolare di una posizione di garanzia che discende in primo luogo dall’art. 2087 c.c. e gli impone di tutelare l’integrità fisica dei prestatori di lavoro.

A questa norma generale si affiancano poi le disposizioni previste dal D.Lgs. n. 81/2008 (T.U. Salute e Sicurezza sul lavoro) e, in particolare, dall’art. 18, che pone a carico del datore di lavoro alcuni obblighi specifici tra cui ad esempio:

– fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale;

– informare il più presto i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;

– astenersi dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave e immediato.

C’è poi l’articolo 271 del medesimo Testo Unico, che impone l’obbligo al datore di lavoro di valutare anche il rischio biologico.

È bene ricordare inoltre che trascurare gli obblighi previsti dal D.Lgs. n. 81/2008 sarebbe già di per sé motivo di sanzione penale, in forma di arresto o ammenda, a prescindere dal fatto che si siano verificati o meno degli infortuni. 

Da non ultimo rileva poi l’ancor più esplicito contenuto della recente normativa emergenziale, di cui è esempio l’articolo 2, comma 6, del DPCM 26 aprile 2020, che impone alle imprese le cui attività non sono sospese di rispettare “i contenuti del protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-19 negli ambienti di lavoro sottoscritto il 24 aprile 2020 fra il Governo e le parti sociali”. Vale a dire rispettare, tra le altre, le regole sulle informazioni da fornire ai dipendenti, sulle modalità e gestione degli ingressi e uscite dall’azienda, sull’accesso dei fornitori esterni, pulizia e sanificazione, sulle precauzioni igieniche personali e dispositivi di protezione individuale, sulla gestione degli spazi comuni e organizzazione aziendale, nonché sulla gestione di una persona sintomatica e sulla sorveglianza sanitaria.

Per contro, le imprese la cui attività è stata sospesa dai decreti emergenziali e che ciò nonostante continuano a lavorare in spregio alle misure di contenimento del virus, potrebbero oggettivamente considerarsi in contrasto con le norme cautelari, a prescindere dalle precauzioni adottate al loro interno.

In definitiva, se l’imprenditore o meglio il datore di lavoro investito degli obblighi sopracitati non si attiva per impedire il contagio da coronavirus, allora si profila per lui una condotta omissiva penalmente rilevante ai sensi dell’art. 40 comma 2 c.p. qualora sia possibile ravvisare un nesso di causalità tra la sua inerzia e l’evento-contagio.

Dimostrare che l’infezione sia avvenuta “in occasione di lavoro” è però tutt’altro che semplice.

Si direbbe piuttosto una probatio diabolica, tanto che anche la comunità scientifica non sembra aver ancora sciolto ogni dubbio sulle modalità di contagio ed anche i sistemi di contact tracing, allo studio in questi giorni, non paiono essere in grado di ricostruire con sufficiente certezza le linee di diffusione del virus.

Sul punto anche l’Inail ha fatto sapere nella propria circolare n. 13/2020 che la copertura assicurativa è riconosciuta al lavoratore a condizione che la malattia sia stata contratta durante l’attività lavorativa e che l’onere della prova è a carico dell’assicurato. Fanno eccezione alcune categorie professionali ad elevato rischio, come ad esempio gli operatori sanitari, gli operatori dei front-office, i cassieri e gli addetti alle vendite/banconisti per i quali Inail ha introdotto una presunzione semplice di contagiod’origine professionale, con conseguente inversione dell’onere della prova a carico dei datori di lavoro.

Presunzioni che – almeno in teoria – non potrebbero comunque reggere da sole l’accusa in sede penale, dove vige il principio di presunzione d’innocenza e l’onere della prova è a carico del Pubblico Ministero (art. 27, comma 2, Cost.).

Tuttavia, merita ricordare che la Corte Europea dei diritti dell’uomo (sentenza 7 ottobre 1988 Salabiaku vs. Francia) ha ritenuto che le presunzioni legali possano essere compatibili con la presunzione d’innocenza di cui all’art. 6 CEDU, purché vengano confinate entro limiti ragionevoli ed ammettano la prova contraria, ovvero siano presunzioni semplici. Nello stesso senso si esprime anche il considerando n. 22 della Direttiva UE n. 343 del 9 marzo 2016.

Le presunzioni, semmai, potranno assumere rilievo come indizi e potranno essere adoperate ai fini di prova del nesso di causalità solo se gravi, precise e concordanti, secondo una logica di giudizio controfattuale che consenta di escludere con sufficiente certezza l’esistenza di altre cause di contagio, in ossequio alla necessità di dimostrare la colpevolezza dell’imputato “al di là di ogni ragionevole dubbio” (art. 533 c.p.p.). 

Ai fini della valutazione del nesso causale sul contagio da Covid-19 occorre inoltre considerare che il sito del Ministero della Salute riporta che “il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici varia fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni”, senza contare che in alcuni soggetti i sintomi potrebbero addirittura non presentarsi del tutto (www.salute.gov.it – FAQ Covid-19).

In un arco di tempo così variabile è probabile che possano interferire anche fattori estranei alla dimensione del lavoro, come ad esempio le fonti di contagio presenti negli ambienti domestici o in altri luoghi, quali i supermercati e le farmacie frequentate dal lavoratore, o ancora il comportamento abnorme ed esorbitante dell’interessato che non osserva con diligenza i protocolli di prevenzione.

Queste considerazioni non devono tuttavia lasciar spazio a comportamenti spregiudicati dei datori lavoro ed anzi quanto più essi trascureranno gli obblighi e le regole precauzionali, tanto più aumenterà la probabilità di ravvisare un nesso causale tra il loro comportamento negligente e il contagio del lavoratore.

Volendo estremizzare questo concetto, nei casi di gravi violazioni delle regole cautelari, si potrebbe addirittura trascendere da una responsabilità omissiva colposa ad un’ipotesi dolosa, quantomeno nella forma del dolo eventuale. Si pensi ad esempio all’imprenditore che non sia ancora adeguatamente attrezzato per riaprire in sicurezza la propria azienda ma che, ciò nonostante, decida di richiamare al lavoro i propri dipendenti per riavviare la produzione confidando che nessuno si contagerà (colpa cosciente) oppure accettando il rischio che tra loro possa diffondersi un contagio (dolo eventuale). Sulla distinzione tra dolo eventuale e colpa cosciente si veda per tutte Cass. Sez. Unite, 24/04/14, n. 38343 caso Thyssenkrupp.

Vale infine una considerazione di buonsenso. Nell’emergenza sanitaria che sta vivendo il nostro Paese, i datori di lavoro sono toccati da una responsabilità morale, prima ancora che giuridica. Consapevoli che solo tutelando gli altri sapranno proteggere anche se stessi.

Fonte : il quotidiano giuridico

IDEE PER COMPRENDERE IL MONDO POST-COVID 19, REPORT MOLTO IMPORTANTE PER TUTTI GLI IMPRENDITORI

Il Board of Innovation è un’organizzazione mondiale che studia le nuove tendenze e fornisce strumenti ed idee per aiutare le aziende a innovare e a crescere. Ha pubblicato un report molto importante in inglese di cui fornisco un riassunto molto operativo riportando, in alcuni casi, esempi italiani. Questo documento è importantissimo per comprendere rischi e opportunità per la propria impresa.

Il report nella sua interezza può essere studiato qui:

https://www.boardofinnovation.com/low-touch-economy/

COMPRENDERE IL MONDO POST COVID 19

L’Imperial College di Londra stima che, a causa del virus, ci saranno per i prossimi diciotto mesi continui alti e bassi nel modo in cui viviamo e lavoriamo. Prima di perder tempo a lamentarti dei governi, è importante che tu, come imprenditore o imprenditrice, comprenda come questi alti e bassi influenzeranno il tuo settore e il modo di vivere delle persone.

IL NOSTRO MONDO SARA’ SOGGETTO A UNA SERIE DI CAMBIAMENTI

Ci saranno alcune regole e limitazioni imposte dai governi che andranno e verranno:

– Limitazioni agli assembramenti

– Restrizioni ai viaggi

– Requisiti sanitari e di igiene

– Protezione dei gruppi vulnerabili (Gli over 65)

– Ecc.

Allo stesso modo ci saranno alcune nuove abitudini e comportamenti iniziati durante i lockdown che rimarranno con noi:

– Lavoro da remoto

– Equilibrio lavoro-vita privata che non esiste più

– Maggior utilizzo dell’e-commerce

– E-Health cioè visite a distanza

Ci saranno diversi after-shock o effetti domino, che oggi non sappiamo quantificare o comprendere davvero. Per esempio:

– 1/3 della popolazione del pianeta oggi è sotto qualche forma di lockdown temporaneo

– Ci sarà un tasso di disoccupazione altissimo, seguito da un gran numero di bancarotte e salvataggi governativi

– Cambi a livello di Geopolitica: alcuni confini rimarranno chiusi e ci saranno nuove leggi animate da xenofobia e populismo.

RITORNARE A UNA (NUOVA) NORMALITÀ NON SARÀ FACILE

Nonostante esistano numerose fonti cinesi che riportano che il virus è sotto controllo, Luxottica Cina nelle ultime sei settimane ha fatte fare quattro settimane di ferie agli operai. La fabbrica è aperta ma gli americani non stanno ordinando…

SI POSSONO GIA’ INTRAVEDERE DEGLI INIZI DI CAMBIAMENTO NEI COMPORTAMENTI DEI CONSUMATORI

In particolare in questo report ne analizzeremo dieci:

1) Ci sarà ancora più ansia/solitudine/depressione

Sfortunatamente molto persone si sentiranno isolate, perderanno il proprio lavoro, si troveranno di fronte alla malattia e potrebbero sperimentare difficoltà relazionali… sperando che queste cose non avvengano tutte insieme.

Che cosa potremmo aspettarci:

Ci sarà un bisogno TREMENDO di terapia e coaching, in alcuni casi anche a distanza. Un amico ha un’azienda in Italia che vende servizi telefonici di supporto psicologico per i dipendenti delle aziende e mi riporta che in questi due mesi hanno fatto fatturati da record. Certe regioni stanno già sperimentando un aumento di richieste per animali domestici e da compagnia.

In tutto il mondo i social games stanno spopolando. Ci saranno dating app su zoom?

2) La fiducia nel livello di salute/igiene delle persone e dei prodotti sarà danneggiata

Già oggi in Cina i runner che fanno le delivery mostrano in tempo reale la loro temperatura corporea.

Con la natura virale del Covid 19, i consumatori e le aziende stanno mettendo sempre più attenzione sulle persone e sui prodotti con i quali interagiscono. Sia le persone che le organizzazioni si aspetteranno una prova EFFETTIVA dello stato di salute/igiene delle persone e dei prodotti con cui entrano in contatto.

Cosa potremmo aspettarci:

Questa tendenza potrebbe risultare in un ripensamento del packaging, la condivisione dei propri dati di salute e della propria temperatura corporea, format nell’hospitality che includano servizi e strumenti aggiuntivi gratuiti focalizzati sulla pulizia, consegne senza contatto umano. I prodotti basati su scienza avanzata potrebbero tornare a essere preferiti rispetto a quelli “naturali”. Sezioni della polizia cinese hanno già adottato elmetti con visiera a infrarossi per riconoscere dal calore corporeo le persone malate.

3) Restrizioni ai viaggi anche all’interno di un singolo Paese.

Le industrie dei viaggi e del turismo hanno probabilmente subito l’impatto maggiore. Viaggiare diventa rischioso per i consumatori che non sanno se riusciranno a ritornare nel proprio paese o se avranno la copertura sanitaria in un paese straniero nel caso in cui avvenga un’altra esplosione dei contagi.

Cosa potremmo aspettarci:

Il turismo locale fiorirà. Potrebbe valere la pena viaggiare all’estero solo per vacanze davvero lunghe che considerino anche un potenziale periodo di quarantena. Il rurale e il remoto potrebbero diventare destinazioni di lusso.

4) Lavoro ottimizzato da casa rispetto a tipico lavoro da ufficio

La casa acquista un significato completamente nuovo mentre le famiglie e gli individui cercano nuovi sistemi per bilanciare le loro necessità personali-lavorative entro i confini dei loro spazi.

Cosa potremmo aspettarci:

Le aziende che hanno poca liquidità ridurranno gli uffici e le proprie infrastrutture.

Aspettiamoci “uffici casalinghi” che vadano ben oltre un secondo schermo. Le persone porteranno in casa equipaggiamenti e strumenti speciali e sistemi audio video avanzati e integreranno questi cambiamenti nel proprio stile di vita.

Le aziende avranno bisogno di stabilire nuove policy interne che regolamentino tutto questo (opportunità per i consulenti) e le assicurazioni dovranno porsi il problema di come trattare gli incidenti sul lavoro “domestici”.

5) Tensioni e conflitti aumenteranno a tutti i livelli

Molte aziende ed individui stanno lottando per cercare di sopravvivere. Nel tentare di farlo molti violeranno contratti e non rispetteranno le regole.

Cosa potremmo aspettarci:

Le tendenze di ricerca di Google già mostrano una forte crescita della ricerca del termine “Forza Maggiore”. Battaglie legali saranno all’ordine del giorno e nello stesso momento gli avvocati inizieranno a migrare a una modalità di lavoro digitale.

6) Ci saranno livelli di disoccupazione mai visti prima

Molti saranno forzati a ripensare le loro carriere in quanto anche il passare a un’azienda concorrente nello stesso settore che è a sua volta è in forte difficoltà, non sarà considerata un’opzione viabile.

Cosa potremmo aspettarci:

La formazione da remoto per riskillare e formare le persone avrà una forte crescita. Allo stesso tempo molti impiegati potrebbero decidere di avviare anche un’attività imprenditoriale part time mentre tengono il loro lavoro in modo da integrare il budget familiare. Opportunità per il network marketing e per chi propone attività da svolgere da casa.

7) Asporto e delivery dappertutto

Molti negozianti e distributori di prodotto dovranno inserire la delivery e gli acquisti da remoto. Il commercio al dettaglio non scomparirà ma evolverà.

Cosa potremmo aspettarci:

Aspettiamoci che arrivino soluzioni sempre più specializzate per la delivery (per esempio punti di drop off per cibi congelati o rinfrescati) o anche negozi che si mettono assieme per fare più deliveries nella stessa strada o casa.

8) Contatto limitato con le vecchie generazioni

Fino a quando un vaccino non sarà reso disponibile, le interazioni con le persone di oltre 65 anni saranno severamente vietate o sconsigliate. Le persone e le aziende dovranno ripensare i ritrovi sociali o le occasioni come le feste e i matrimoni.

Cosa potremmo aspettarci:

Accelererà l’adozione digitale a tutte le età. Le cerimonie e i riti verranno tagliati e fatti con un minor numero di persone. La Formula Uno ha già iniziato a investire sugli e-sports con piloti reali che competono online.

9) La nostra identità è più del nostro lavoro

Per molti anni abbiamo considerato la nostra professione e il nostro ruolo come una parte significativa di chi eravamo. Il fatto di mischiare il lavoro e la vita privata in parte rompe questo schema. Molti di noi stanno iniziando a conoscere davvero i nostri colleghi per la prima volta, a furia di zoom dalla loro camera da letto.

Che cosa potremmo aspettarci:

In tempi normali la moda è un elemento per dare forma e comunicare la nostra identità preferita. Quando ci sarà meno interazione fisica, si potrebbe ottenere un effetto simile alterando la propria interazione video (nota come già oggi, su Zoom, molte persone stiano customizzando il proprio sfondo). Ci saranno più esperimenti con una sorta di digital alter ego.

10) Il valore di clienti “certificati immuni”

Se il tuo business ha a che vedere con assembrare molte persone in spazi limitati (crociere, cinema, teatri, eventi, festivals, ecc) non c’è luce alla fine del tunnel.

Cosa potremo aspettarci:

L’arrivo di tavoli o cabine per mangiare da soli o che non necessitino dell’interazione umana (per esempio: camerieri robot) saranno una soluzione temporanea che potrebbe impattare fortemente sulla marginalità dei ristoratori o degli organizzatori di feste. Un modo per uscire da questo paradigma di isolamento potrebbe essere la nascita di un nuovo segmento di mercato: quello di clienti che possano provare il proprio stato di salute come immuni. Una sorta di quello che è già successo nell’industria del porno dove gli attori devono presentarsi con le proprie analisi del sangue. Ci saranno aziende che faranno marketing solamente a questa tipologia di clienti immuni? Difficile a dirsi anche per le grandi difficoltà dal punto di vista della privacy.

In generale ci aspettiamo grandi impatti su tutte le aziende il cui business si basi su una o più delle seguenti caratteristiche:

a) I grandi assembramenti sono essenziali

b) L’interazione umana da vicino è essenziale

c) La percezione dell’igiene o dello stato di salute legato a quel business è molto importante

d) Dipendono dai viaggi (di business o di piacere)

e) Erogano servizi o prodotti che possono essere posposti o di cui si potrebbe anche fare a meno.

Più caratteristiche tra a) a e) ha il tuo business, più sarà influenzato nel post covid.

COSA DOVRESTI FARE ORA:

Esistono tre possibili scenari per questa crisi:

– Uno scenario a “V” dove l’impatto del virus finisce entro sei mesi e i governi riescono a mettere l’epidemia sotto controllo e con gli stimoli economici riavviano l’economia. Questo scenario nonostante sia ancora possibile, man mano che passa il tempo diventa sempre meno probabile.

– Uno scenario a “U” dove il recupero richiede 1,5 anni e include per un periodo esteso il mantenimento della distanza di due metri tra le persone con gli stimoli economici dei governi che in parte riducono i danni.

– Uno scenario a “L” dove la ripresa richiede 3 anni. Questo scenario include un severo peggioramento dell’economia con fallimenti da parte degli Stati nel controllare l’epidemia e bancarotte e insolvenze a ripetizione tra le aziende. Questo scenario, appunto, richiederebbe tre anni prima di manifestare una ripresa.

Sulla base di quale di questi tre scenari ritieni più plausibile e dell’impatto che ti aspetti sulla tua organizzazione (i punti da a) a e) di cui sopra) dovresti provare a costruire una strategia.

Essa dovrebbe includere una parte DIFENSIVA (mitigare i rischi da un punto di vista di protezione della salute dei tuoi collaboratori e clienti, i rischi operativi e dal punto di vista finanziario per l’azienda). Nel caso in cui la tua azienda per i punti da a) a e) fosse in una situazione tale da subire forti impatti negativi e tu ti aspettassi uno scenario a “U” o a “L” dovresti cominciare a pensare o a una exit strategy o a un nuovo modo di generare il valore.

Una volta che hai messo i rischi sotto controllo dovrebbe poi esserci una parte OFFENSIVA in quanto industrie o settori che sono stati stabili per una decina di anni diventeranno aperti all’aggressione da parte di outsiders. Alibaba, per esempio, è esplosa durante l’epidemia di Sars del 2002. Per fare questo dovresti:

– Comprendere la nuova economia e le opportunità di crescita che porterà

– Sviluppare una strategia su come battere i concorrenti

– Pianificare o iniziare a migrare verso lo sviluppo di prodotti/servizi/approcci al mercato o modelli di business differenti.

– Investire in aree ad alta potenzialità di crescita, una volta individuate

– Fare piani di fusione o alleanza

– Investire in innovazione e ricerca e sviluppo.

Nel caso in cui tu ti trovassi in un settore fortemente influenzato da queste nuove tendenze sarebbe opportuno un completo ripensamento del valore.

Nonostante metta in luce anche molti potenziali rischi, ritengo che questo report metta in luce anche diverse opportunità per chi saprà cavalcare la crisi e reinventarsi rapidamente.

Come in ogni faccenda della vita, anche la crisi legata al Covid 19 in ultima analisi darà modo agli imprenditori visionari e dotati delle migliori risorse umane di conquistare opportunità straordinarie mentre forzerà quelli che sono rimasti indietro a ripensare drasticamente le loro strategie.

Fonte: Paolo Ruggeri OSM Management